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Siamo tutti consapevoli che molti problemi di salute si accumulano silenziosamente senza dare segni clinici
evidenti. Rimangono asintomatici a lungo e ci accorgiamo del problema solo quando il danno accumulato
ormai è consistente. Questo può succedere con patologie banali, come una carie dentaria che, quando
inizia a fare male, può essere ormai molto profonda, ma anche per patologie importanti come gli infarti
cardiaci per accumulo di placca nelle arterie o come le masse tumorali, che iniziano con un mero errore di
replicazione di una cellula. Questo dovrebbe farci riflettere sul fatto che quando iniziamo a sentire un
disturbo il danno potrebbe essere già consistente e che quindi non sempre il “sentirci bene” è garanzia di
“stare bene”.

La cultura della prevenzione, che per fortuna sta diventando sempre più diffusa, è basata proprio su questo
concetto, cioè che la salute non è assenza di sintomi e che alcuni controlli di routine sono sempre
consigliabili anche quando ci sentiamo bene. Tra questi controlli dovremmo includere anche quelli sulla
salute della colonna vertebrale, perché una colonna strutturalmente efficiente protegge in maniera efficace
il sistema nervoso che essa contiene, cosa non irrilevante visto che il corretto funzionamento del corpo
dipende dal controllo che il cervello mantiene sugli organi attraverso la funzionalità nervosa.

Purtroppo, allo stato attuale delle cose, si tende a sottovalutare questo rapporto di funzionalità colonna-
fisiologia e non si attribuisce importanza alle alterazioni incipienti della colonna, classificate come sub-
cliniche. Ma sorvolare su una anomalia solo perché non dà sintomi immediati, o ne dà lievi e/o sporadici,
non è saggio, soprattutto nella consapevolezza che la inevitabile cronicizzazione negli anni di quella piccola
anomalia porterà nel tempo a danni vistosi e disturbi potenzialmente invalidanti. Un collo non proprio in
ordine (rettilineizzato, per esempio), anche se asintomatico, non è cosa da poco, perché non torna a
posto da solo e, se trascurato, peggiorerà soltanto.

La curva fisiologica del tratto cervicale, che dipende dal corretto allineamento della vertebra atlante (C1)
serve e reggere ed ammortizzare il peso della testa. Quando la curva del rachide si perde, non c’è un danno
immediatamente riconoscibile, ma si innesca un’anomalia nella normale meccanica della colonna che col
tempo (persino dopo anni) porterà a visibili deformazioni del corpo delle vertebre e a degenerazioni discali.
Tuttavia, prima che questo danno strutturale diventi evidente e patologico, la fisiologia del collo sarà stata
alterata per lungo tempo, perché il tronco encefalico e gli innumerevoli nervi che sono contenuti all’interno
delle vertebre saranno stati soggetti ad una distorsione protratta, che non è percettibile, ma che causa
disfunzioni di varia natura e che affiorerà sotto forma di sintomo (quello sì percettibile) quando il danno
accumulato sarà diventato ormai insostenibile per il corpo.

Non aspettate che i vostri sintomi diventino tali da limitare pesantemente la vostra vita prima di decidervi a
fare un controllo. Alla Upper Cervical non ci accontentiamo che vi sentiate bene, ma ci
adoperiamo perché stiate bene: valutiamo lo stato di salute della vostra colonna vertebrale e ci attiviamo
in maniera strategica non solo per ripristinarne la funzionalità neuro-strutturale ove necessario, ma anche
perché la manteniate in maniera stabile, per una migliore fisiologia del vostro corpo ed un reale stare bene
che duri nel tempo. In fondo, il nostro sogno segreto è quello che i pazienti non debbano più sospirare
“Ah… se vi avessi conosciuto prima…”.