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Il dott. Asif Khan è diventato in questi anni un punto di riferimento per tanti pazienti, non solo nella comunità locale, ma anche ben oltre, grazie al tamtam appassionato di coloro per i quali Upper Cervical ha fatto la differenza. Particolare per il modo non convenzionale di considerare la salute, aperto nel rapporto con il paziente e consapevole che la reputazione e l’impegno quotidiano alla professionalità sono inscindibili, oggi incontriamo l’uomo ed il professionista per capire meglio cos’è Upper Cervical e come ha fatto ad innescare un effetto domino positivo per la salute di tanti sammarinesi ed italiani.

Un americano a Cattolica. Qual è la sua storia, dott. Khan? Perché ha scelto di aprire il suo studio qui?
All’inizio mi ero iscritto alla Rutgers University negli Stati Uniti con l’ambizione di diventare chirurgo, ma un incidente automobilistico nel 2005 mi ha condotto per altre strade su un cammino di scoperta di me stesso durato sei anni. Mentre affrontavo il lungo calvario per le ernie ed i danni vertebrali che l’incidente mi aveva lasciato, già avevo capito che la mia strada erano gli studi di Salute Pubblica e di epidemiologia, e questo mi ha aperto gli occhi sulle logiche del sistema di cura attuale e mi ha dato un’idea di come potevo spendermi per essere veramente di utilità al mio prossimo. Poi ho finalmente trovato sollievo per la salute della mia colonna con il direttore del TIC Institute, il dott. B.J. Kale, uno specialista Upper Cervical. Dopo sei anni di sofferenza potete immaginare quanto sia stato dolce il sollievo e quella è stata la mia chiamata. Mi sono iscritto subito alla facoltà di Chiropratica e dopo 5 anni ho intrapreso la specializzazione per ottenere la certificazione di Specialista Upper Cervical al TIC Institute. Subito dopo sono venuto in Italia per un incarico di 6 mesi; quei 6 mesi sono diventati ormai 5 anni e diventeranno molti di più. Questo è un paese splendido, mi piace la gente, la mentalità aperta e curiosa verso un paradigma di salute nuovo. Dovevo rimanere e aprire il mio studio qui.

Esiste ancora lo stereotipo del chiropratico che ti fa cose tremende alle ossa, che ti torce e ti scrocchia? La gente ha paura che le manipolazioni siano pericolose e che la chiropratica non sia una scienza ma una pratica grossolana e pericolosa. È un pregiudizio ingiustificato?
Oh sì, lo stereotipo del chiropratico “scrocchiatore” esiste ancora e la cosa non mi sorprende, perché purtroppo molti chiropratici non si prendono la briga di spiegare il proprio lavoro ai pazienti e di dare le dovute informazioni e questo fa sì che gli stereotipi si perpetuino. Per esempio, lo scrocchio che i pazienti spesso sentono in realtà è solo una cavitazione, cioè il rilascio di biossido di carbonio dai tessuti strutturali legamentosi. Non sono le ossa a scrocchiare e lo scrocchio non è neppure il nostro obiettivo. Nelle applicazioni specialistiche come la nostra, non facciamo né manipolazioni né scrocchi. Usiamo procedure correttive precise che gradualmente spostano la struttura della colonna verso uno stato di equilibrio per migliorarne la funzionalità.

Per quanto riguarda poi il pregiudizio che la chiropratica sia una pseudo-scienza, anche qui la colpa è dei chiropratici stessi che non insegnano al pubblico su cosa si basa la nostra analisi della struttura umana e i nostri obiettivi nel migliorare la salute. Un chiropratico è un professionista con una preparazione universitaria di 5 anni che spazia dalla neurologia, all’anatomia, alla fisiologia, alla biomeccanica, nonché alle procedure specifiche di correzione chiropratica. E tutto questo con l’obiettivo di rimuovere gli ostacoli che potrebbero essere la causa di miriadi di sintomi, incluso quello più comune del dolore. Se ci occupiamo del dolore, ci concentriamo sui problemi strutturali profondi che sono tipicamente, anche se non sempre, la causa alla base del dolore. Se non siamo noi chiropratici per primi ad informare ed educare il pubblico su quello che facciamo e con quali basi scientifiche lo facciamo, non riusciremo mai a costruirci un’autorevolezza largamente condivisa dal pubblico. Così se capita che un paziente abbia una brutta esperienza, sarà quello a fare notizia e lo scandalo si propagherà come fiamme in una raffineria. In fin dei conti, è responsabilità della professione chiropratica il darsi da fare ed impegnarsi nella comunicazione e nell’informazione del pubblico.

Lei che tipo di chiropratico è, dott. Khan? Su cosa si basa il suo lavoro?
Io pratico una forma specializzata di chiropratica definita Neuro-Strutturale che si concentra sulla cervicale superiore, da cui il nome Upper Cervical. Nella chiropratica tradizionale l’obiettivo è la riduzione degli spasmi muscolari, il miglioramento della gamma di movimento o la riduzione temporanea del dolore. Con Upper Cervical il nostro obiettivo è la correzione Neuro-Strutturale della colonna; infatti è tipico che la presenza di uno o più slittamenti strutturali nella colonna siano la causa profonda di molti “sintomi”. A questo proposito, se vogliamo usare le definizioni tecniche degli specialisti neuro-strutturali, la presenza di un “Complesso di Slittamento dell’Atlante” è il problema primario che dà adito a “disturbi conseguenti o secondari”. La scienza moderna, avvalendosi dei continui avanzamenti nella ricerca, è sempre più consapevole della complessità della relazione fra la testa e la sua posizione rispetto alla colonna e delle implicazioni che questo ha su muscoli, nervi, vene, arterie e circolazione del fluido cerebrospinale in caso di disallineamento. Gli studi sono chiari: se cambia la fisiologia del rapporto testa-collo, si possono innescare una miriade di processi nocivi che portano nel tempo a disturbi conseguenti/secondari. Tutti questi studi evidenziano come la struttura ed il movimento del collo possono avere un impatto sul sistema nervoso. Nel nostro centro l’obiettivo principale è quello di prevenire questo genere di disturbi e, se sono già presenti, correggerne la causa primaria piuttosto che curare i sintomi.

Che tipo di disturbi curate e come?
A questo genere di domande sono sempre tentato di rispondere che uno Specialista Upper Cervical non cura nulla. E non lo dico per essere provocatorio. Il nostro obiettivo infatti non sono i disturbi in sé, ma la rimozione degli eventuali ostacoli così che la performance del corpo possa ottimizzarsi. Provate a pensare ad Upper Cervical in questi termini: se a casa vostra molte delle luci sfarfallassero, il professionista tipico della salute inizierebbe controllando le singole lampadine; lo specialista Upper Cervical invece andrebbe dritto al quadro elettrico generale. In altre parole, un dottore Upper Cervical prende atto dei sintomi ma la sua attenzione va al disturbo di fondo perché, una volta corretto quello, il corpo faccia il resto.

Non è un approccio consueto. Anzi, è alquanto diverso dal paradigma classico di cura. Lei dott. Khan è l’unico ad utilizzare questo protocollo?
Sono orgoglioso di poter dire che il nostro è l’unico studio privato di chiropratica Upper Cervical con autorizzazione sanitaria in Italia che può vantare, oltre allo Specialista Upper Cervical certificato, anche personale sanitario e reparto radiografico interno, con attrezzature all’avanguardia, radiografie digitali di precisione, strumenti avanzati di valutazione, scansioni per stabilire come sta lavorando il sistema nervoso ed analisi strutturale digitale dell’assetto della colonna. Possiamo studiare minuziosamente la colonna e calcolare gradi e millimetri di disallineamento e monitorare i progressi fisiologici, il che ci dà un gran vantaggio nello sforzo di dare ai pazienti i migliori risultati possibili.

Per informazioni:

tel 389 5594700

www.uppercervical.it