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COLPO D’ARIA. MITO O REALTÀ?
Forse la colpa è della vostra struttura
Quando sono arrivato in Italia dagli Stati Uniti, uno degli aspetti più belli di questa trasferta è stato tuffarmi nella storia e nella cultura italiana (senza contare il cibo…). Sono rimasto colpito dalla vita sana e dalla ricchezza interiore degli italiani, una cosa così rara da incontrare nel mio ambulatorio in America. Mi sono lanciato nell’esplorazione di tutto ciò che è italiano, la cucina, la cultura, la moda. Tra tante novità però c’era una cosa che mi sfuggiva. Ogni singolo paziente che ho incontrato era un dottore hobbista che si faceva la diagnosi da sé e veniva da me a dirmi qual era il proprio problema. E il disturbo più comune era “la cervicale”. Ci ho messo un po’ a capire la logica di questa diagnosi fai-da-te. La colpa sarebbe sempre dei “colpi d’aria”. In inglese non c’è questo modo di dire, ma adesso che parlo un po’ meglio l’italiano comincio a capire ed è ora che chiariamo questo equivoco. Quello che i miei pazienti descrivono come un colpo d’aria è una irregolarità nella salute del collo dovuta ad un cambio di temperatura, nello specifico di temperatura ambientale: il passaggio dal caldo del sole o dell’attività fisica al freddo di una corrente d’aria o dell’aria condizionata (ecco perché qui tutti portano una sciarpetta anche quando fa caldo!).
Ora, chiariamo una cosa: l’aria non può far stare male il collo. I colpi d’aria non esistono. Dal punto di vista fisiologico, il corpo non è altro che un recettore che coglie dati esterni (rumore, temperatura, luce) e li trasmette al cervello, il quale deve far reagire muscoli e organi di conseguenza. Il termine scientifico per questo fenomeno è ADATTAMENTO. Il corpo deve adattarsi all’ambiente circostante e lo fa automaticamente con il coordinamento del cervello attraverso il tronco encefalico. Per esempio, con il caldo sudiamo ed il sudore serve a dissipare il calore. Con il freddo rabbrividiamo ed il brivido produce riscaldamento.
Il tronco encefalico è al livello della prima vertebra cervicale. Quando la struttura ossea è stabile e nella posizione corretta, il corpo lavora meglio. Quando c’è un’anomalia strutturale come il mal posizionamento dell’atlante (prima vertebra), il risultato non sono sintomi o disturbi immediati, ma un blocco sulla normale funzionalità. Il problema passa inosservato per anni finché non iniziamo a dare la colpa all’aria per i nostri problemi. Ma è la struttura che controlla la funzionalità ed il cervello può reagire agli stimoli esterni e produrre adattamento adeguato solo se ciò gli è consentito da un’appropriata integrità strutturale. Il cervello ed i nervi sono come un’autostrada di informazioni che hanno la funzione di far sì che reagiamo al meglio al mondo esterno e disponiamo delle migliori probabilità di combattere i germi e le minacce esterne. Se in un’autostrada con tre corsie una viene chiusa, il traffico rallenta e rallenta fino alla congestione e i ritardi e i problemi si accumulano.
Allo stesso modo, la struttura che protegge il tronco encefalico, l’atlante, la prima vertebra cervicale, se non è nel corretto allineamento, può provocare un disequilibrio nella capacità del cervello di reagire tra le tante cose ai cambi di temperatura. In questa situazione i muscoli del collo collegati alla struttura disallineata non reagiscono come dovrebbero, si irrigidiscono e il collo inizia a farci male. Invece, se consentiamo al cervello e alla struttura spinale di essere strutturalmente perfetti, ottimizziamo la loro funzionalità. E ottimizzare la funzionalità si traduce in salute migliore.
La prossima volta, invece di dare la colpa ad un colpo d’aria, fate controllare bene la vostra prima vertebra cervicale. Non addossate ad un fenomeno che non esiste la colpa di un disturbo ben definito e curabile attraverso esami diagnostici e cure appropriate.
Alla Upper Cervical del Dr. Asif Khan, il nostro obiettivo e la nostra specializzazione sono proprio queste: identificare anomalie anche minute nella struttura dell’atlante e correggerle. Con un approccio non chirurgico né farmacologico abbiamo aiutato tanti a vivere la loro vita al massimo.
Ogni nostro paziente adesso capisce che la colpa non è dei colpi d’aria. La colpa è dell’atlante.