Il rapporto tra struttura ed efficienza di adattamento.
L’inverno ce l’ha finalmente fatta ad arrivare dopo una bizzarra estate che si è trascinata fuori tempo. Nel periodo di transizione, con il continuo altalenare di alti e bassi di temperatura, di pressione atmosferica e di umidità, il nostro studio si è affollato a dismisura di pazienti che lamentavano l’acutizzarsi della “cervicale” e di tutti i suoi sintomi. A dire la verità, i più in crisi sono stati i pazienti che seguivamo già da un po’ e che, dopo un periodo di ritrovato benessere, erano destabilizzati per l’inattesa ricaduta. E tutti a dare la colpa a quel maledetto colpo d’aria…
Quando sono arrivato in Italia 6 anni fa, questa storia del colpo d’aria mi riusciva totalmente incomprensibile. In inglese non c’è questo modo di dire, ma adesso che parlo meglio l’italiano ho capito che quello che i miei pazienti descrivono come un colpo d’aria altro non è che una irregolarità nella fisiologia del collo dovuta ad un cambio di temperatura ambientale: il passaggio dal caldo del sole o dell’attività fisica al freddo di una corrente d’aria o dell’aria condizionata (ecco perché qui tutti portano una sciarpetta anche quando fa caldo!).
Ora, però, chiariamo una cosa: l’aria non può far male al collo. I colpi d’aria non esistono. Dal punto di vista fisiologico, il corpo non è altro che un recettore che coglie dati esterni (rumore, temperatura, luce) e li trasmette al cervello, il quale deve far reagire muscoli e organi di conseguenza. Il termine scientifico per questo fenomeno è ADATTAMENTO. Il corpo deve adattarsi all’ambiente circostante e lo fa automaticamente con il coordinamento del cervello attraverso il tronco encefalico. Per esempio, con il caldo sudiamo ed il sudore serve a dissipare il calore. Con il freddo rabbrividiamo ed il brivido produce riscaldamento.
Il tronco encefalico è al livello della prima vertebra cervicale. Quando la struttura ossea è stabile e nella posizione corretta, il corpo lavora meglio. Quando c’è un’anomalia strutturale come il mal posizionamento dell’atlante (prima vertebra), il risultato non sono sintomi o disturbi immediati, ma un’interferenza sulla normale funzionalità. Il problema passa inosservato per anni perché il corpo è in grado di compensarlo, ma quando la disfunzionalità con il tempo diventa più accentuata, diventiamo più vulnerabili a sollecitazioni anche minime ed iniziamo ingenuamente a dare la colpa all’aria per i nostri problemi. Ma è la struttura che controlla la funzionalità, ed il cervello può reagire agli stimoli esterni e produrre adattamento adeguato solo se ciò gli è consentito da un’appropriata integrità strutturale. Il cervello ed i nervi sono come un’autostrada di informazioni che hanno la funzione di far sì che reagiamo al meglio al mondo esterno e disponiamo delle migliori probabilità di combattere i germi e le minacce esterne. Se in un’autostrada con tre corsie una viene chiusa, il traffico rallenta e rallenta fino alla congestione e i ritardi e i problemi si accumulano.
Allo stesso modo, la struttura che protegge il tronco encefalico, l’atlante, la prima vertebra cervicale, se non è nel corretto allineamento, può provocare un disequilibrio nella capacità del cervello di reagire tra le tante cose ai cambi di temperatura. In questa situazione i muscoli del collo collegati alla struttura disallineata non reagiscono come dovrebbero, si irrigidiscono e il collo inizia a farci male. Invece, se consentiamo al cervello e alla struttura spinale di essere strutturalmente perfetti, ottimizziamo la loro funzionalità. E ottimizzare la funzionalità si traduce maggiore facilità di adattamento ed in salute migliore.
La prossima volta che il vostro collo vi manda in crisi, invece di dare la colpa ad un colpo d’aria, fate piuttosto valutare la vostra funzionalità neuro-strutturale dal dott. Khan, specialista Upper Cervical. Non addossate ad un fenomeno che non esiste la colpa di un disturbo ben definito e che può essere corretto facilmente attraverso esami diagnostici e procedure appropriate.
Alla Upper Cervical di Cattolica, il nostro obiettivo e la nostra specializzazione sono proprio queste: identificare anomalie anche minute nella struttura dell’atlante e correggerle. Con un approccio non chirurgico né farmacologico abbiamo aiutato tanti a vivere la loro vita al massimo.
Ogni nostro paziente adesso capisce che la colpa non è dei colpi d’aria. La colpa è dell’atlante.