UPPER CERVICAL ITALY

La riconnessione è la rivoluzione possibile

La riconnessione è la rivoluzione possibile

Sarà la fine delle ferie, sarà la ripresa della scuola, questo è il periodo in cui sembra che la vita ci richiami inesorabilmente al “normale” vortice di ritmi galoppanti e mille impegni. Siamo talmente abituati a questo correre incessante che parlare di stress della vita moderna è diventato come parlare di un mero dato di fatto, se non addirittura di un luogo comune che vuol dire tutto e niente. Eppure se si parla di qualità della vita ci rendiamo tutti conto che vivere sottoposti a questo sovraccarico senza tregua non è ideale. Qual è l’alternativa? Una famosa pubblicità una volta gridava “Fermate il mondo! Voglio scendere!” ma chi può permettersi fughe rivoluzionarie? Ci vogliono contromisure praticabili alla prospettiva di esaurirci facendo la vita del criceto che corre dentro la ruota.

 “Il concetto di stress è molto più articolato di quanto siamo abituati a pensare e lo si comprende più facilmente se lo si pensa in termini di carico; va ben oltre la sfera emotiva e riguarda anche la sfera fisica e metabolica” ha ricordato in una recente trasmissione televisiva il dr. Luca Nannetti, dottore in chiropratica e specialista Upper Cervical. “Le sollecitazioni esterne sono la normalità per un organismo vivo che è capace di adattarsi, reagire e risolvere in relazione al proprio ambiente. Il vero problema è l’abitudine della vita moderna al non-ascolto dei sintomi, che invece sono reazioni intelligenti del corpo, la spia che si accende per segnalare quando il corpo stesso sta superando i propri limiti di guardia. Se, condizionati della cultura della performance, la nostra sola preoccupazione è silenziare quei sintomi per tirare avanti, il sovraccarico cronico porterà ad una qualche forma di malattia. Lo stress diventa un problema se non entriamo mai nella fase di rigenerazione”.

Il dr. Nannetti, laureato all’Anglo-European College of Chiropractic e specializzato in Upper Cervical con il prof. Kessinger negli USA, inizia sempre il proprio lavoro con i nuovi pazienti così, inquadrandolo in questa prospettiva, perché sa che se si aiutano le persone a guardare ai disturbi nell’ottica del meccanismo di causa-effetto, il percorso di recupero sarà più proficuo. Il lavoro del professionista Upper Cervical è quello di facilitare la connessione all’interno del corpo, controllando con test specifici l’allineamento della colonna vertebrale (soprattutto a livello della cervicale superiore, dove transitano tutte le fibre nervose che dal cervello vanno a raggiungere ogni parte del corpo) e correggendo in maniera mirata e progressiva i punti di interferenza sui nervi. In questo modo favorisce la connessione tra corpo e cervello che mette in moto la capacità rigenerativa e di recupero che tutti abbiamo, a tutte le età. È un modo innovativo di occuparsi della salute delle persone e totalmente diverso da quello delle terapie classiche, dove il terapista somministra un rimedio dall’esterno per alleviare il sintomo. In Upper Cervical la collaborazione del paziente, stimolato all’ascolto attivo, chiude il cerchio e porta a compimento la riconnessione. Come testimoniano molti pazienti, al di là dell’auspicato recupero della qualità della vita, diventare partecipi corresponsabili – e dunque protagonisti – del proprio percorso di recupero, è un’esperienza impagabile.

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