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“È tutto a posto, ma sto male…”

Quello che forse non trovate nei referti delle vostre radiografie e risonanze

In quanto specialista neuro-strutturale, mi capita di vedere persone di ogni genere soffrire di problemi vari derivanti da un Complesso di Disallineamento dell’Atlante, cioè un disturbo primario che provoca una compressione sul tronco encefalico e che può dare come risultato i sintomi più svariati. Di solito, quando si soffre di dolore o di disturbi della salute, la prima cosa che tutti cercano di fare è di trattare i sintomi finché non se ne vanno. Ma nella mia esperienza clinica, focalizzarsi sui sintomi è un approccio tanto efficace quanto limitarsi a dissipare il fumo e ignorare l’incendio. Magari vi sentirete meglio, ma il problema sottostante che provocava quei sintomi potrebbe in realtà continuare a sussistere e a peggiorare senza essere stato né individuato né affrontato.

Quando i sintomi persistono, a quasi tutti i pazienti viene detto di fare o una risonanza magnetica o delle radiografie. Questi esami diagnostiche sono infatti il primo passo per comprendere lo stato della fisiologia più in profondità ed assicurarsi che i disturbi non siano causati da nulla di grave. Normalmente l’obiettivo di queste immagini è di vedere se ci sono anomalie patologiche, come artriti, fratture, ernie espulse ecc. ed escludere cose più gravi come i tumori. Poi, se vengono individuate queste anomalie patologiche, tra le varie terapie che possono essere prescritte ci sono terapia del dolore, farmaci, fisioterapia, massaggi, manipolazioni ecc. Queste eventuali prescrizioni mirano ad alleviare la sintomatologia del paziente. A dissipare il fumo, insomma.

Nella maggior parte dei casi, la verifica sulle eventuali patologie in corso viene fatta in maniera ottima. Tuttavia viene sempre del tutto tralasciata l’analisi degli aspetti che denotano un cambiamento nella fisiologia della colonna che invece sono indicatori importanti di un disturbo definito Complesso di Disallineamento dell’Atlante (Atlas Displacement Complex). Questi cambiamenti possono essere dettagli come perdita della curva (lordosi) cervicale o lombare, riduzione degli spazi discali visibili nelle risonanze magnetiche, formazione di osteofiti, deformazioni artritiche, ernie, protrusioni, bulging ecc. Sono alterazioni della fisiologia che si sviluppano lentamente nel corso del tempo e vengono spesso sottovalutati perché considerati “ancora” non gravi, ma sono effettivamente indicativi che è in corso di una disfunzionalità della struttura della colonna vertebrale. Sono cambiamenti nella fisiologia che nel corso degli anni finiranno per manifestarsi nel paziente come sintomi e dolore e, quando si arriva a questo punto, quello che tutti vogliono (ed è umanamente del tutto comprensibile) è di non patire alcun dolore, cioè sintomo; ma dobbiamo renderci conto che i presupposti per cui si è manifestato quel dolore si sono accumulati nel tempo e non basta cercare di zittirlo il sintomo, ma è necessario capire che cosa sia andato storto nel corpo perché alla fine esso si sviluppasse.

Non mi stancherò mai di dire ai miei pazienti e a tutti in generale che, se avete un sintomo e non riuscite a risolverlo con le cure tradizionali, dovete riguardare meglio le risonanze magnetiche e le radiografie che avete fatto. Controllate se ci sono ernie, protrusioni, bulging, schiacciamenti, riduzione degli spazi intersomatici, stenosi, retrolistesi, deformazioni artrosiche, deformazione o perdita della curva cervicale o dorsale o lombare (rettilineizzazione). Se sì, potreste soffrire di Complesso di Disallineamento dell’Atlante che è un disturbo neuro-strutturale, cioè un’anomalia dell’assetto osseo della colonna che disturba la normale attività neurologica. In tal caso, la cosa da fare subito è affrontare la disfunzione neuro-strutturale, perché prima lo si fa, prima la colonna recupererà il suo normale assetto fisiologico e prima la sintomatologia di cui soffriamo si ridurrà in maniera stabile.