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Durante i colloqui introduttivi, ci capita a volte che i pazienti sottolineino di essere consapevoli di avere
una gamba più corta e di averlo scoperto facendosi fare l’orlo ai pantaloni o durante un controllo dal
medico o dal fisiatra. Il più delle volte, però, questi pazienti non sanno se e quanto questo particolare
possa avere importanza.

La differenza nella lunghezza delle gambe può essere di due tipi: anatomica o funzionale e le
conseguenze ed i rimedi sono sostanzialmente diversi. Una differenza anatomica reale è dovuta ad
un’effettiva differenza dimensionale delle ossa delle due gambe; può essere dovuta a fratture non
perfettamente ricomposte, oppure all’impianto di una protesi non correttamente dimensionata, o molto
più raramente ad una malformazione congenita. Una differenza anatomica vera costituisce
un’asimmetria strutturale che pregiudica la corretta meccanica del corpo e causa mal di schiena, dolori
articolari negli arti inferiori (anche, ginocchia, caviglie) e dolori muscolari. Proprio perché è
un’asimmetria meccanica richiede una compensazione meccanica per ristabilire la simmetria, cioè un
plantare personalizzato che compensi l’asimmetria specifica e ristabilisca l’equilibrio nell’appoggio del
corpo.

Una differenza funzionale, invece, non dipende da dimensioni diverse delle ossa ma è una differenza
che si produce nella funzionalità, in come il corpo lavora. È il frutto di una distorsione della struttura
scheletrica che si manifesta nelle anche, ma che parte dalla colonna, e di un’alterazione della
funzionalità delle fasce muscolari. La differenza funzionale può essere corretta lavorando sui
meccanismi che producono la disfunzionalità; essa infatti non è un mero dato di fatto, ma è un effetto e
può essere corretto se si individua il fattore scatenante.

L’attività dei muscoli e il controllo posturale sono cose che tendiamo a dare per scontate perché le
vediamo avvenire automaticamente, ma non accadono da sé: sono il risultato di un lavoro di
coordinamento fra le varie parti del corpo che viene orchestrato dal cervello e realizzato attraverso i
nervi, con un continuo scambio di istruzioni ed informazioni che il cervello deve incessantemente
integrare ed armonizzare. È proprio in quest’ottica che raccomandiamo di tenere la colonna e la
cervicale superiore controllate e ottimizzate con correzioni specifiche ove necessario, perché il
funzionamento perfetto o errato del sistema scheletrico e di quello muscolare, come di tutti gli altri
sistemi, dipendono dal controllo più o meno pieno che il cervello ha sul corpo.

Si può quindi capire come, quando la differenza di lunghezza delle gambe è funzionale, limitarsi a
compensarla con un plantare non sia la scelta migliore. Infatti il plantare, se da un lato può essere un
espediente rapido per convivere con il dislivello, non incide in alcun modo sul fattore causante, cioè la
disfunzione neuro-strutturale. Invece, con un adeguato percorso Upper Cervical, a mano a mano che la
fisiologia nel controllo cervello-muscolo viene recuperata, l’alterazione funzionale si riduce fino a far
diventare il plantare superfluo, perché non essendoci più il motivo che produce la differenza
funzionale quest’ultima gradualmente sparisce.